di Irene Pellegrini

31agosto 2022

Ho fatto questo itinerario decine di volte sia in senso orario sia in senso antiorario e non mi stanco mai.

Cinquanta chilometri facili facili tra le valli dell’Arzino e del Cosa nella parte settentrionale della provincia di Pordenone. Curve, bei paesaggi e buon cibo rendono questo giro un piacere a tutte le età.

Salita di Clauzetto

Si parte dal cuore di Spilimbergo – dal meraviglioso terrazzo di Palazzo di Sopra che domina il vasto letto del Tagliamento. In fondo sulla sinistra si coglie la stretta del fiume sotto il ponte di Pinzano. Lì è dove l’Arzino incontra il Tagliamento ed è lì che vi porto.

Veduta nord dal Belvedere di Palazzo di Sopra – Spilimbergo

Accendiamo la moto allora e guidiamo verso nord in direzione Pinzano attraversando l’antichissima foresta planiziale di Valeriano.

In piena estate ringrazierete il cielo per la freschezza che procura l’oscurità e che vi farà tirar su la cerniera della giacca mentre vi inebrierete della fragranza dei ciclamini.

Un paio di rampe ci portano a Valeriano. All’ingresso del paese si deve fare una visita alla chiesetta di Santa Maria dei Battuti. La chiesa custodisce la delicatissima Natività di Antonio de’ Sacchis, un affresco cinquecentesco riprodotto su tante cartoline artistiche di Natale.

Natività di Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone – Chiesetta dei Battuti a Valeriano

Guidate pure sportivi verso e oltre Pinzano lungo una strada che è tutta un susseguirsi di saliscendi e bellissime curve e non dimenticate una sosta alla cantina “Ronco Margherita” per degustare il famoso vino locale “Piculìt Neri”.

Cantina “Ronchi Margherita” – Pinzano al Tagliamento (photo credits Marina Del Colle)

Qualsiasi moto qui si diverte, figurarsi la mia motina Suzuki TU250X .

Avevate dimenticato di fare il pieno? Niente paura, da Mirko, alla stazione ENI di Flagogna trovate non solo il pieno, ma anche due sane chiacchiere mentre vi guarderete intorno.

Vi trovate ora nel tratto finale della valle dell’Arzino. Questo fiume non ha bisogno di presentazioni. Piuttosto breve, ha ricevuto l’attenzione della stampa internazionale di lingua inglese che lo ha paragonato ai più famosi torrenti canadesi e lo ha giudicato uno dei più bei fiumi selvaggi d’Europa. Acque cristalline, rocce, vortici lo rendono davvero speciale a chi ama l’outdoor e l’avventura naturalistica.

Torrente Arzino – Casiacco

A Casiacco la bellissima spiaggetta di sassi accoglie famiglie e ragazzi che sfidano l’acqua ghiacciata nei pomeriggi d’estate. Fermatevi e fate il bagno, o segnatevi questo luogo su un taccuino.

Torrente Arzino -Casiacco

Se avete appetito, raccomando l’Osteria della Vittoria, una trattoria molto locale, dove il cuoco non è uno chef, ma una brava signora di esperienza che ha affidato il barbecue alla generazione più giovane. Ottimi prezzi e soprattutto benvenuti i motociclisti.

La strada ora sale e per i prossimi 15 kilometri il motociclista esperto gioirà per questo tratto in cui si riconosce l’antica sapienza di chi ha costruito la strada, con le curve corrette, la giusta pendenza in un ambiente bellissimo.

Irene Pellegrini – Veduta sul Tagliamento da Vito D’Asio

Raggiunta la frazione di Anduins, proseguite a sinistra verso Vito D’Asio. Vorrete fermarvi spesso per ammirare il panorama che si apre verso Pinzano e la Valle del Tagliamento, le colline di Castelnovo e il Monte di Ragogna.

Vista sul fiume Tagliamento da Vito D’Asio

Ecco perché percorro questa strada così spesso, un po’ per il piacere atletico della guida, un po’ per godere del paesaggio.

Vito D’Asio è un paradiso per i camminatori e gli arrampicatori, ma quest’anno è anche il cuore culturale della lingua friulana. Cercate di prenotare una visita all’antica pieve di San Martino D’Asio per ammirare il magnifico altare di Giovanni Antonio Pilacorte.

Festa per la Patria del Friûl – Clauzetto
Altare del Pilacorte nella Pieve di S.Martino d’Asio – Vito d’Asio

La strada adesso si dipana in costa e in un batter d’occhio siete a Clauzetto, il Balcone del Friuli, e se non vi spiegate il nome, fermatevi nel vasto piazzale dietro la chiesa e sedete sulla panchina. Nelle giornate serene riuscirete a vedere tutta la pianura friulana dal Monte Nanos a Trieste e la costa. Mio marito, che ha buona vista, si vanta di riuscire a vedere il luccichio del mare.

Il Balcone del Friuli – Clauzetto

La chiesa poi accoglie una delle reliquie più popolari in Friuli, il Preziosissimo Sangue di Cristo.

Clauzetto il Balcone del Friuli

Se avete più tempo a disposizione, un bellissimo detour vi porta alle frazioni di Pradis di Sotto e di Sopra tra boschi e caverne, dove 15.000 anni fa l’uomo di Neanderthal cacciava le marmotte.

Se siete esperti ora vi renderete conto che la strada è più recente: curve profonde a forte inclinazione vi portano giù, in un brullo scenario, fino al ristorante “Ai Mulinars” dove si svela il torrente Cosa.

Il torrente Cosa – Almadis

Ma se voi, come me, preferite antiche vie, dopo Clauzetto prendete a sinistra sulla stradina asfaltata attraverso le frazioni di Celante, e proseguite fino a ricongiungervi alla provinciale 22.

Non dimenticate di fermarvi un momento e girarvi verso sinistra per guardare Clauzetto abbarbicato sulla costa del monte, una veduta inusuale anche per la gente di qui. Una volta giù, aprite il gas e godetevi la bella, ampia strada lungo il Cosa.

Che differenza con le fantasmagoriche rapide dell’Arzino frequentato da campeggiatori e canoisti in cerca di emozioni “naturali”!

La bellezza di questo corso d’acqua sta nascosta la ricca vegetazione delle rive e tra pacifiche spiaggette di ciottoli che si aprono sin prossimità di ponticelli che portano ai villaggi della soleggiata riva destra. Persino il nome è discreto: cosa.

Torrente Cosa – Paludea

I locali non ci fanno il bagno né si tuffano qui. Si permettono solo di pescare, con discrezione, rispettandone la quieta dignità di fiume di acque, Nel suo breve tratto il Cosa ha visto varie tappe dello sviluppo della vita sociale in Friuli: alla sorgente, con l’uomo di Neanderthal, e alla confluenza con il Tagliamento, a Gradisca, con il villaggio organizzato del castelliere pre-romano.

Museo della Grotta – Pradis di Sotto (photo credits Marina Del Colle)

E poi, la sua generosità di acqua, dalla sorgente di acqua minerale di Pradis, ai mulini e piccoli bacini che permettono la formazione delle rogge dello Spilimberghese.

Un gran lavoro per questo generoso, breve torrente, spesso asciutto alla fine del suo corso.

Dopo Paludea, oltre l’attivissima e ben tenuta area festeggiamenti e sport “Ai Pioppi”, girate a destra verso la frazione di Zancan e fermatevi con me al Cokki bar, per sentirvi subito una del luogo e rifocillarvi con birra e musica.

Travesio ha una grazia asprigna, se volete, ma anche il motociclista più distratto nota le dimensioni e l’imponenza della sua chiesa parrocchiale di San Pietro, in posizione dominante su un rialzo all’uscita del paese. La chiesa ospita la più grande serie di affreschi di Antonio de’ Sacchis e ne testimonia lo status di antica Pieve di questo territorio.

Affreschi del Pordenone nell’ abside della Pieve di S.Pietro – Travesio

A sinistra, dopo la chiesa prendete la straduccia ombreggiata che corre lungo la ferrovia e attraversiamo la provinciale all’altezza del paesino di Molevana.

Fontana a Molevana -Travesio

Questo bucolico gruppo di case ospita il più famoso ponte sul torrente Cosa, risalente all’ epoca romana, un angolino bellissimo e romantico ai piedi di una rete di sentieri.

“Puntic” l’antico ponte sul torrente Cosa – Molevana di Travesio (photo credits Marina Del Colle)

E non dimenticate assolutamente di comprare il famoso formaggio morbido salato (“salât”) da “Magrin Formaggi”, prima di lasciare Molevana e le rive ombreggiate del Cosa e attraversare la vecchia sede ferroviaria.

Formaggi Magrin – Molevana di Travesio

Concedetevi un po’ di fuori strada prendendo la stradina sterrata dietro il vecchio cementificio, e arriverete in un attimo al paese di Lestans. Proprio prima del ponte girate a sinistra dietro il capo sportivo lungo il canale e scoprirete l’ultimo invaso del Cosa, quello che regola la distribuzione dell’acqua alle rogge di Spilimbergo.

Tornando, merita la visita il Mulino di Borgo Ampiano, perfettamente restaurato e sede di numerose mostre ed eventi.

Maria Grazia Bozzetto in costume friulano – Mulino di Borgo Ampiano (photo credits Marina Del Colle)

Via a tutto gas ancora verso Gaio, ma attenzione a quel maledetto buco nell’asfalto vicino allo stop che prendo sempre io!

Oggi non fermatevi alle chiesette di Gaio e Baseglia, due vere gemme dell’arte di questo territorio.

Chiesa di S.Croce – Baseglia di Spilimbergo (photo credits Marina Del Colle)

Avete sete e non vedete l’ora di togliervi il casco, sedervi all’ombra di una pergola, parcheggiare la moto in vista, sentire la brezza che sale dal Tagliamento e prendervi un classico spritz.

A Spilimbergo, per fare tutto ciò c’è solo l’osteria “Volta la Carta”. Date una sbirciatina dentro, e aggiornatevi sulle ultimi manufatti artistici che Fabrizio ha esposto o sul colore di una nuova sedia.

Avete chiuso l’itinerario dei due fiumi per oggi; ma la prossima volta, fate il giro in senso antiorario, dalla val Cosa alla val d’Arzino, e guardate lo stesso pezzo di mondo da un altro punto di vista. Vedrete altre prospettive, scoprirete nuove dimensioni, immaginerete altre vicende umane.


Across the Arzino and Cosa Valleys

I have driven this road tens of times clockwise or anticlockwise and never got tired of it. Fifty easy kilometres across the Arzino and the Cosa valleys in the upper province of Pordenone, Curves, beautiful scenary and good food make this easy ride a pleasure at any age.

Start from the stunning balcony of the Palazzo di Sopra in the heart of Spilimbergo, and look out onto the vast bed of the Tagliamento river.

On the far left you can catch sight of the narrowing of the river under the Pinzano bridge. That’s where the Arzino river meets the Tagliamento, and that’s where you are riding to.

Start the engine and ride north towards Pinzano, crossing the ancient forest of Valeriano. In the peak of summer you thank God for the refreshing darkness of the forest that makes you zip up your jacket while breathing the intense fragrance of cyclamens, A couple of ramps take you to Valeriano. At the entrance of the village, pay a due visit to the little Church of Santa Maria dei Battuti. There the famous painter Antonio de’ Sacchis painted a delicate Nativity, a popular Christmas card print.

Ride your bike now through Pinzano and across the mountains on a road that is all gentle ups and downs and don’t forget a stop at the ‘Ronco Margherita’ winery to taste the famous local wine ‘Piculìt Neri’.

My humble Suzuki TU250X gives her best. Need refuelling? Stop at Mirko’s Eni Station in Flagogna and look around. You are now in the Arzino valley. The river Arzino is so special that it was reviewed by foreign press as one of the best wild rivers in the world, comparing it to the more famous Canadian creeks. Cold, crystal waters, rocks, wild spots where you can swim and freeze! In Casiacco you will find a wonderful beach under an old footbridge. It’s a rocky beach, with a wide pond under the rocks for diving, a paradise for local summer afternoons. I am sure you will stop, or make a point of stopping there next time.

In Casiacco I recommend “Osteria della Vittoria”, a very local restaurant where the cook is not a chef, but a sensible old lady and the grilling staff are the young generation. Prices are good and bikers are welcome.

The road starts climbing now and the expert biker will find these following 15 kilometers the best part of the trip, because they will recognize the ancient expertise of the people who built the road. Correct curves, right inclination in a beautiful scenery. Reach Anduins and turn towards Vito D’Asio. You will need to stop very often to admire the panorama, that opens up towards the Pinzano bridge down to the Tagliamento and the hills of Castelnovo and Mount Ragogna. That’s why I ride this SP1 road so often, sometimes for the athletic pleasure of riding the beatifull curves and sometimes to enjoy the view. Vito D’Asio is a paradise for hikers and mountain climbers but this year it is also the cultural heart of the Friulian language. Try to book a visit to the ancient Pieve d’Asio and admire the most beautiful stone altar in Friuli by Giovanni Antonio Pilacorte.

The road winds on along the mountain side and in the blink of an eye you will reach Clauzetto, the so called Balcony of Friuli. Stop in the vast parking in view of the church and sit on the bench. In clear days you can actually see all of the Friulian plain from Mount Nanos to the east to Trieste and the coast. My sharp-eyed husband, always boasts he can spot the glittering of the sea in the sun.

The church hosts one of the most popular relics in the region, the Most Precious Blood of Christ, A short, biker-friendly detour from this itinerary takes you to green Pradis, where 14,000 years ago Neanderthal men hunted marmots and lived in the caves.

The expert biker now realizes that the main road down to Travesio is recent: quite steep, dark curves and dull scenary accompany you as far as the reastaurant “Ai Mulinârs” on the spot where the river Cosa comes to sight. If you, like me, favour ancient trails instead, from Clauzetto take left, to the narrow, aspahalted road through Celante and follow it down to the main SP 22. Make sure to stop a minute and look back towards Clauzetto again, up on the mountain, an unexpected sight also for locals.

At last you can now give gas to your bike on the wide road along the quiet Cosa river. Quite a change from the gorges of the Arzino!

The beauty of the river lies hidden amond the thick vegetation of the banks, opening in secluded pebbled beaches and promising bridges, leading to villages on the sunny bank.

Not the glamorous, shiny, hippystyle Arzino here. A river with a trivial name, indeed. Cosa, “thing”. Locals never camp or swim here. They just discreetly fish in its peaceful waters and respect its dignity. The river Cosa has seen many steps of the development of social life in Friuli – Neanderthal Man groups in Pradis and Preroman peoples of the Castellar in Gradisca at the confluence with the Tagliamento. Also, the capture of its good waters. Have you ever had a glass of Pradis mineral water? It’s from the springs of the Cosa. And then mills, little reservoirs, such a lot of work for a short river that is often dry in the second half of its course.

Past Paludea, just beyond the neat “Ai Pioppi” area for sports and local festivals, take right to Cokki Bar in Zancan. I always make a point of calling there for a good beer and great local atmosphere in the shaded garden overlooking the river.

Travesio has a subtle, rather sharp grace, but even the most distracted biker notices the Church of Saint Peter, sitting monumentally on the top of a mount just outside the town. The biggest series of frescoes by Antonio de’ Sacchis is here to witness the status of dominant parish church of the region. Take left after the church on the narrow road along the railway, cross the main road and reach Molevana

The humble village hosts the most famous bridge on the Cosa, a small Roman bridge, a romantic little nook at the foot of a web of hiking trails. And don’t forget to buy the famous soft salted cheese ( “salât“) at “Magrin Formaggi” before leaving Molevana and the shady banks of the Cosa behind and crossing the railway tracks.

For some adventure keep left, on the dirt road behind the closed cement plant and you will be shortly in sight of the small village of Lestans. Just before the bridge on the Cosa in Borgo Ampiano, turn left and follow the canal along the football field. You will reach the reservoir of the river that feeds all the web of artificial canals that bring water to Spilimbergo. Once at Borgo Ampiano again, a beautifully restored mill is worth a visit, The size of mechanical gears and the wheel witness the volume of grinding and the work of this busy valley.

Speed up your bike now in the few kilometers to Gaio, but beware of a trecherous hole in the road. I keep hitting it! No time to stop now, you will come back to visit the small churches of Gaio and Baseglia, two actual gems of the Spilimbergo area. You are thirsty and you really want to take off your helmet, sit under a pergola, park your bike next to you, enjoy the breeze blowing up from the Tagliamento banks, and have the usual spritz. In the centre of the town there are plenty of taverns and pubs with great drinking, but only Osteria “Volta la Carta” in Spilimbergo can offer what you need now. You can even peep inside and check on the new artistic exhibits, or a new coloured chair.

You have completed the round trip of the valleys – but next time, ride the other way, anticlockwise from the Cosa to the Arzino valley and see the same world from another point of view. You will appreciate other details, find new perspectives and imagine other human events.