MarinaSpili ospita: Franco Michielin autore del racconto – 19 maggio 2021

Franco Michielin lungo la passeggiata

Un percorso che mi ha sempre affascinato in questi anni, e ancor di più dopo il 2018, cioè dopo il terribile passaggio della tempesta Vaia, è la camminata che da Cleulis, piccola frazione sopra Paluzza, porta alla Malga Lavareit a circa 1.500 metri sul livello del mare, salendo sui fianchi del monte Terzo.

Cleulis di Paluzza (Ud)

Nonostante il disastro causato da Vaia -migliaia di alberi spezzati e sradicati con tutte le loro radici, trascinati lungo i fianchi della montagna e accatastati orribilmente come corpi falciati da un dio vendicativo- la passeggiata che vi voglio proporre ha un sapore particolare soprattutto per chi riesce a cogliere il fascino selvaggio di una natura che in questi luoghi ci ricorda sempre qual è il nostro ‘piccolo’ ruolo in questo mondo.

Bosco a Malga Lavareit

Il sentiero si snoda per circa otto chilometri con un dislivello quasi di seicento metri che, prima asfaltato e poi sterrato, attraversa un magnifico bosco che ora lascia intravvedere più facilmente il paesaggio circostante: lo sguardo così spazia dal monte Crostis al monte Paularo, facendoci vedere le più elevate cime carniche del monte Coglians (2.780 mt.) e della Creta delle Chianevate (2.769 mt.)

Paesaggio da Malga Lavareit

Salendo in silenzio, possiamo ascoltare il cinguettio dei pettirossi e di qualche merlo, intervallato dal suono prodotto dal cuculo e dal continuo e sommesso soffio del vento che comincia a portare l’aria dell’inverno. Siamo a novembre ed i colori autunnali cominciano a spegnersi anche se il fogliame ha ancora riflessi che esaltano ogni scatto fotografico della nostra Canon. Piccole riprese catturano colori e suoni speciali che fanno da contorno al richiamo ossessivo del cuculo. Con il binocolo ci soffermiamo a scrutare i monti circostanti, alcuni già innevati, altri ancora verdi e gialli, con bagliori di rosso vivo e marrone che dipingono una tavolozza che solo gli amanti della montagna conoscono bene.

Foliage a Malga Lavareit

Ma da un po’ di tempo questo paesaggio è ulteriormente arricchito da vere e proprie opere d’arte: ad un certo punto del cammino, dove gli alberi sono più radi, ecco che sul bordo destro del sentiero compaiono, come in una moderna galleria d’arte a cielo aperto, delle sculture in legno!

Scultura di Daniel Puntel

L’artista carnico Daniel Puntel ha voluto onorare i tronchi spezzati da Vaia scolpendoli con le sue sgorbie: ecco così comparire per incanto animali, persone, mestieri e oggetti tipici dell’ambiente montano, creati sulle spoglie dei tronchi che non sono stati divelti dalla tempesta.

Scultura di Daniel Puntel

E’ uno spettacolo nello spettacolo vedere queste creature dei boschi spuntare sul sentiero: le sculture sono quasi sempre a grandezza naturale e il clima ha dato loro anche una colorazione molto veritiera. Ecco uno scarpone da montagna che sembra lasciato lì da un frettoloso gitante; ecco una volpe che sembra pronta a scappare al minimo rumore, uno scoiattolo curioso, un libro aperto dal vento ed una bella forma di formaggio latteria con il coltello pronto al taglio!

Scultura di Daniel Puntel
Scultura di Daniel Puntel

Abbiamo camminato senza accorgerci della salita, abbiamo respirato un’atmosfera incantata e sospesa: nessuno nelle vicinanze, solo il nostro respiro e quello del vento che ci accompagna fino al rifugio. Anche se ora è chiuso, troviamo un bel tavolo esterno con delle panche in legno: lo zaino lascia intravvedere i panini preparati alla mattina e il profumo del salame e del formaggio ci fa’ venire l’acquolina in bocca. Oggi abbiamo anche una piccola bottiglia di vino rosso così il pasto è un tripudio!

La vista spazia a quasi 360 gradi, il Friuli ci sembra una mappa aperta sotto di noi… Quasi quasi indossiamo le ali e scendiamo volteggiando…


Outdoor for families in Malga Lavareit

MarinaSpili hosts: Franco Michielini author of the story

Cleulis_Lavareit is a route that has always fascinated me in recent years, and even more after 2018, that is, after the terrible passage of the storm Vaia.  Leaving Cleulis, a hamlet above Paluzza and  climbing up the flanks of Mount Terzo you reach Lavareit hut, about 1,500 mts above sea level.

In spite of the disaster caused by Vaia -thousands of trees broken and uprooted with all their roots, dragged along the sides of the mountain and piled up horribly like bodies mown down by a vengeful god- the walk I want to propose has a special flavour, especially for those who manage to grasp the wild charm of a nature that in these places always reminds us of our ‘small’ role in this world.

The path winds for about eight kilometres with a difference in height of almost six hundred metres, first asphalted and then unpaved, through magnificent woods that now allows us to glimpse the surrounding landscape more easily: our gaze sweeps from Mount Crostis to Mount Paularo, allowing us to see the highest Carnic peaks of Mount Coglians (2,780 m) and Creta delle Chianevate (2,769 m).

As we ascend in silence, we can hear the twittering of robins and the odd blackbird, interspersed with the sound of the cuckoo and the continuous, subdued blowing of the wind that begins to bring in the winter air. It is now November and the autumn colours are beginning to fade, although the foliage still has reflections that enhance every shot of our Canon. Even small shots capture special colours that surround the haunting call of the cuckoo. With our binoculars we pause to scan the surrounding mountains, some already covered in snow, others still green and yellow, with flashes of bright red and brown that paint a palette that only mountain lovers know well.

But for some time now, this landscape has been further enriched by true works of art: at a certain point along the path, where the trees are sparser, wooden sculptures appear on the right-hand edge of the path, like a modern open-air art gallery!

The Carnic artist Daniel Puntel wanted to honour the trunks broken by Vaia by carving them with his gouges: animals, people, trades and objects typical of the mountain environment appear as if by magic, created on the remains of the trunks that were not torn up by the storm. It is a spectacle within a spectacle to see these woodland creatures appear on the path: the sculptures are almost always life-size and the climate has also given them a very realistic colouring. Here is a mountain boot that seems to have been left there by a hasty walker; here is a fox that seems ready to flee at the slightest noise, a curious squirrel, a book opened by the wind and a beautiful wheel of dairy cheese with a knife ready to cut!

We walked without noticing the climb, we breathed in an enchanted and suspended atmosphere: no one nearby, just our breath and that of the wind accompanying us to the refuge. Although it is now closed, we find a nice table outside with wooden benches: the rucksack allows us to see the sandwiches prepared in the morning and the smell of salami and cheese makes our mouths water. Today we also have a small bottle of red wine so the meal is a triumph!

The view spans almost 360 degrees, Friuli seems like an open map beneath us… We almost put on our wings and swoop down…

(Translated by Marta De Rosa)