22 luglio 2024
La storia del Friuli racconta che sin dai tempi antichi questo territorio è stato attraversato da una miriade di popoli e di eserciti che entrarono in Italia scegliendo spesso il naturale varco alpino di Tarvisio (Ud).
Popolato sin dall’era glaciale dall’uomo delle caverne e punteggiato da tumuli e castellieri, ha visto l’avvento dei Venetici nell’età del ferro e la calata dei Celti, ma anche la presenza dei Romani con la grande Aquileia; l’era dei Longobardi con la fondazione di Cividale, ma anche la distruzione portata da Attila; il 3 aprile 1077 iniziò la millenaria stagione dei Patriarchi, seguita dalla dominazione della Serenissima, il passaggio di Napoleone e la dominazione Austriaca.
Con i motti Risorgimentali vennero ancora anni di fame e carestie, ma grandi innovazioni durante l’ Ottocento anticiparono l’avvento della Grande Guerra con la disfatta di Caporetto.
Poi gli anni del fascismo, la seconda guerra mondiale e la tenace resistenza friulana, la difficile ripartenza del dopoguerra, le tensioni di confine durante il Novecento e la “guerra fredda”, il terremoto del 1976 e le sfide del mondo globale: nel tempo il Friuli ha sempre dimostrato di essere una fenice sempre pronta a risorgere dalla proprie ceneri.
Non furono però solo nuovi popoli ed eserciti ad attraversare il Friuli ma, specie nel Medioevo, si mossero su ciò che restava del sistema viario romano anche migliaia di pellegrini per vocazione, penitenza o ex voto, cavalieri, chierici vaganti, pastori, contrabbandieri e numerosi mercanti che commerciarono lungo le antiche rotte carovaniere sviluppatesi tra il mondo Mediterraneo e il Nord Europa.
L’ antica “via dell’ambra” è stata documentata in Carnia ben prima dell’ età romana, ma sono documentati anche il passaggio del sale, del ferro e della seta.
Aquileia e Venezia furono per molti anni luoghi di transiti nevralgici sia via terra che via mare.
Oggi il Friuli si fa custode di un tratto di questi storici importanti itinerari, riscoperti e valorizzati, denominato “Romea Strata” : un Cammino europeo, storico-culturale, che parte da Tallin, attraversa Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria ed arriva a Roma.
Completamente tabellato, ma anche dotato di tracce GPS scaricabili, questo Cammino termina a Roma, centro di due altre grandi direttrici storiche medioevali di pellegrinaggio: Gerusalemme e Santiago di Compostela.
La Credenziale è il documento che raccoglie i timbri delle località attraversate a dimostrazione del cammino percorso e riconosce lo stato di “pellegrino” distinguendolo da ogni altro viaggiatore. E’ pensata per consentire l’accesso agli “hospitali” che sono specifiche strutture per l’accoglienza dei viandanti.
Al raggiungimento della meta finale , al soglio di Pietro e Paolo, viene conferito il Testimonium.
Lasciato l’antico Hospitale di S.Tommaso nei pressi di Majano (Ud) si attraversa il grande fiume Tagliamento che divide le provincie friulane di Ud e PN e che idealmente accompagna il tratto pordenonese del cammino “Romea Strata”, da Pinzano al Tagliamento (PN) a Concordia Sagittaria (Ve) lungo la riva destra.
Il percorso incontra territori rurali, diversi castelli e piccole perle come Spilimbergo e l’Abbazia di Sesto al Reghena.
Giunti a Valeriano di Pinzano al Tagliamento, prima di lasciare i rinomati filari di vitigni autoctoni e perdersi tra i campi arati e coltivati della campagna friulana in pianura, vale la pena di organizzare la sosta ed il riposo a “Corte Morea”, nella frazione di Lestans del Comune di Sequals.
Marta, la titolare, figlia d’arte di terza generazione, è innanzi tutto una appassionata camminatrice che ben conosce i bisogni primari dei viandanti dedicando tempo all’accoglienza e alla condivisione delle storie di chi incontra, con innata empatia.
Su chiamata, consegna in zona con un pratico servizio di catering un succulento pasto caldo, oltre ad offrire un valente servizio navetta tra la rotta del Cammino e il suo antico casolare ristrutturato: chi cammina una media di 30 km al giorno o pedala per tanti chilometri e a fine giornata trova attenzione e conforto, ricorda queste premure con infinita gratitudine.
Periodicamente Marta organizza anche laboratori esperienziali per far vivere ai suoi ospiti nuove emozioni: mosaico, potatura, vendemmia, gelato, ceramica, cavalli, erbario, cucina, armocromia, burlesque, apicultura, lavorazione del tartufo…sempre coronati da piacevoli aperitivi con prodotti del territorio. Attività manuali e nuove pratiche, per sperimentare consapevolmente il piacere e l’abilità del fare, con la guida degli abili artigiani della zona.
La sua energia e pro-attività la rendono simpatica e concreta, capace di dare sempre una buona parola e una risposta appropriata.
Il fatto che eserciti anche la professione di sommelier di terzo livello, coniugando la tecnica della degustazione del cibo in rapporto con il vino, garantisce un brindisi di qualità assicurato ad ogni fine tappa/esperienza.
Il ristorante è aperto tutti i giorni, tranne la domenica sera.
Le camere disponibili sono 10, 1 singola, 5 doppie e 4 con ¾ letti ; al bisogno sono disponibili altri 5 posti letto.
Qualora si decidesse di prolungare la sosta e dedicarsi alla perlustrazione della pedemontana Friuli-occidentale, sono a disposizione delle pratiche bici elettriche e sono in prossimo arrivo anche le cargo-bike per favorire un turismo davvero accessibile a tutti, senza ostacoli né difficoltà alcuna.
Su questa rotta corre anche la “migliore ciclovia d’Italia”, la Sacile-Gorizia di 180 km che si sviluppa tra borghi e bei paesaggi collinari friulani che ha vinto la nona edizione del “ Green road award”, l’Oscar italiano del cicloturismo.
Questo punto di ospitalità è valido anche per coloro i quali intendono percorrere il Cammino di San Cristoforo, tutto pordenonese, che parte da Stevenà di Caneva e termina a Spilimbergo (Pn).
Un cammino complessivo di 350 Km suddivisi in tre percorsi principali ed alcune digressioni.
Le tabelle contrassegnate dal bastone fiorito di S.Cristoforo e una comoda App, ma soprattutto lo sviluppo del percorso tra dolci colline pedemontane a nord e la costante piana friulana a sud, garantiscono l’impossibilità di perdersi.
Marta offre un valido supporto anche con un semplice cestino da pic-nic quando raggiunge i viandanti sulla traccia, per non lasciarli mai “a bocca asciutta” .
Il suo fare dimostra quotidianamente che il dono, l’ospitalità e la gentilezza generano una contaminazione fruttuosa, soprattutto tra persone e culture diverse.
Non resta che mettersi in cammino in Friuli e provare per credere.
Mandi!
Commenti recenti