di Irene Pellegrini 29/4/2022
- Percorso: da Gaio di Spilimbergo (PN) a Valeriano di Pinzano al Tagliamento(PN)
- Tempo: un’ora e mezza
- Distanza: circa 8 Km.
Attrezzatura: scarponcini, binocolo e acqua
In un freddo e soleggiato pomeriggio di marzo, andiamo a Gaio, la ridente frazione di Spilimbergo dove gli uccelli cantano sempre, a scoprire percorsi sulle rive (muculis) del Tagliamento.
Le rive mi sono molto care perché hanno il sapore delle cose dell’infanzia, la raccolta di primule di me ragazzina e i primi approcci alla moto da cross di me adolescente. Ma le consiglio veramente anche a chiunque abbia voglia di assaggiare il vero sapore dello Spilimberghese.
Per me è il sapore amaro dello sclopit e delle erbe selvatiche, il profumo secco della sabbia e il brivido della libertà.
Con Cristina e Giuliana ci avviamo dalla strada bianca nei pressi di villa Andervolti-Marzotto a Gaio e camminiamo lungo I campi ancora duri dell’inverno, verso nord. La discesa lungo la cresta della collina è piuttosto ripida, ma breve, e in attimo stiamo già attraversando i campi chiusi del Bando sotto l’antica foresta planiziale di Valeriano.
Cespugli di viole bianche e primule già spuntano tra i cespugli spinosi e le latifoglie sono pronte a germogliare. Attraversiamo il letto asciutto del Rugo, il ruscello artificiale che si diparte dal Cosa
Prendiamo sulla sinistra il sentiero in costa dell’appuntita collina di Valeriano – una sorta di vigoroso dente canino che si protende dalla riva verso il letto del fiume. La salita è dura, ma la ricompensa è grande. Dalla vasta, piatta sommità soleggiata, punteggiata da innocue installazioni per l’uccellagione, si gode una vista spettacolare sui calanchi della riva sinistra del Tagliamento. E via con le foto!
Procediamo lungo la piacevole strada protetta da una galleria di alberi. Il primo crocus della stagione sorride a noi che saltelliamo maldestre tra le arature dei cinghiali, così frequenti in questa zona oggi.
Si vedono già le prime case di Valeriano e, sulla strada asfaltata verso la vecchia stazione, prendiamo a sinistra la straduccia che scende a un nuovo gruppo di case. Poi lungo la ferrovia verso nord ancora campi, un oliveto, una vigna.
Avvolto in una nuvola di api un giovanotto protetto con scafandro bianco e schermatura si sta occupando delle sue arnie e ci lascia gentilmente il passo.
In mezzo al boschetto fitto e ben curato una doppia rampa di gradini in pietra ci conducono giù fino al sottopasso della vecchia ferrovia.
Sulla sinistra, ecco la Fonte Regina, la sorgente più bassa del Friuli sul livello del mare, dove ci abbeveriamo soddisfatte.
Anche se la panchina ci invita a sedere, proseguiamo verso destra sulla via del ritorno. La strada bianca costeggia la ferrovia fino all’incrocio asfaltato che porta all’aperto, soleggiato Borgo Mizzari.
Attraversiamo ancora una volta il Rugo che è in secca fino a quando non apriranno le vasche più a monte. Sulla destra la cappella del borgo, con il suo tetto dalla multiforme scheggiatura, ricorda le colline appuntite che abbiamo appena attraversato.
Camminare ora è facile e il chiacchiericcio si fa più intenso, anche se le gambe son un po’ pesanti. L’ultimo sforzo è la salita della cleva che ci porta alla Chiesa di San Marco a Gaio.
Le cleve sono strade che fendono le rive per permettere il passaggio dei carri un tempo, e dei trattori ora, dai campi sul greto del fiume ai villaggi in collina.
Il padre di Giuliana, che coltivava i campi sul greto, avrebbe voluto che asfaltassero la cleva, ma io dico che così com’è, bianca, polverosa e piena di buche aggiunge ancora più fascino alle rive del Tagliamento.
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Trekking along the Tagliamento banks
by Irene Pellegrini
- From/to : Round trip from Gaio to Valeriano
- Distance: 8 km approx
- Time: 1 and ½ h
- You need: Trekking boots, water and binoculars
If you want to enjoy a cold, sunny afternoon, go to Gaio, the pleasant village in the Spilimbergo area where birds always sing and discover the Tagliamento hilly banks.
They are special to me because they preserve the flavour of the girlish primrose picking of my childhood and the more daring cross country motorcycle racing of my teens. But I do recommend them to anyone wishing to taste the true flavour of the Spilimbergo area. For me it is all in the bitter flavour of wild herbs, the dry smell of sand and the thrill of freedom.
Cristina, Giuliana and I start off from the dirt road near Villa Andervolti-Marzotto, in Gaio and we walk along the still hard fields towards north.
The descent along the ridge of the hill is quite steep but short and in a flash we cross the closed field (Bando) under the Valeriano forest, one of the last examples of the ancient plain beechwood (100,000 years ago).
Bushes of white violets and primroses appear scattered among thorny bushes and broadleaf trees ready to bud. We cross the dry Rugo, an artificial brook departing from the Cosa river.
We take the steep climb on the left on the ridge of the pointed hill of Valeriano – this looks like a tooth protruding into the bed of the river from the main chain of hills.
Again the climb is sharp and short, but the reward is great. On the wide, flat top there are harmless installations for bird catching. The view on the erosion furrows of the left bank of the river is stunning. Time for picture taking!
We proceed through a pleasant tunnel of trees, along the country road. The first crocus of the season smiles at our clumsy stepping on the vast ploughing of wild boar, so common in the area now.
The first houses of Valeriano are in sight, and as we turn right along the main asphalted road leading to the old railway station. At a humble crossroad we take the narrow road on the left down to the next group of houses. We then follow the railway and cross more fields with olive trees and vineyards. In a cloud of bees a man in white protection gear and face shield is attending to his hives.
And in the middle of a thick, but well kept wood a series of steep steps take us down and across the railway tunnel and onto the quiet little spot of Fonte Regina, the lowest water spring in Friuli
A bench invites to sitting, but we carry on to our right, on our way back. The dirt road runs along the railway as far as the asphalted crossroads that leads to the sunbathing village of Borgo Mizzari.
Crossing the Rugo again is no problem until they open the dams up north. On the right hand side the chapel of the village, with its elaborate sharded architecture, reminds me of the surrounding pointed hills.
Walking is now easy and chatting is more intense, although our legs are tired. The last effort is the cleva to reach the San Marco Church in Gaio.
The cleve are cleavages on the hilly banks of the river – roads that allowed farmers to ride their carts in the past (and their tractors now) to the fields down on the river and up to the villages.
Giuliana’s father, a farmer himself, wouldn’t have minded the asphalt, but to me they are beautiful as they are, white, dusty and bumpy, the true flavour of the hilly banks of Tagliamento.
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(translation by Irene Pellegrini)
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