Gran parte del mondo riconosce l’origine italiana del gelato, ma questo alimento ha anche un legame speciale con le Valli Dolomitiche e il limitrofo territorio friulano.
Infatti, già nel 1800, acuti commercianti ambulanti di dolciumi della Val Zoldana e del Cadorino ebbero la straordinaria intuizione di diffondere questo ghiotto alimento fra i monti.
Quando la povertà e la mancanza di lavoro flagellarono le piccole zone di montagna, con la conseguente emigrazione soprattutto in Germania, Austria, Olanda e Argentina, questo sapere fu portato con sé per garantire una fonte di sostentamento; il gelato si diffuse così anche nell’Europa Centro-Settentrionale e nel tempo fiorirono prestigiose gelaterie italiane anche in quegli Stati.
Una stretta gola, che porta le ferite della storia per la sciagura del Vajont del 1963, unisce il Friuli occidentale con Longarone ed il Cadore e da qui giunsero, nelle limitrofe Val Cellina, Val Tramontina, Val Cosa e Val D’arzino, tante influenze che contribuirono a diffondere anche in Friuli le abilità del mestiere e nuove opportunità lavorative.
Il solo Comune di Clauzetto vanta ben quattro gelatieri che nel corso del 1900 fecero fortuna in Germania.
Nel 2016, all’età di 90 anni, morì in Olanda Francesco Luciano Fabrici, l’ultimo di questi gelatieri clauzettani.
Ma non mancò lo spirito d’iniziativa anche di una donna castellana, Amabile Del Tatto, originaria di Almadis di Castelnovo del Friuli, sposa di un calzolaio, che nel 1944 iniziò con il commercio all’ingrosso di pesanti sacchi di semenze durante i mesi invernali e d’estate aprì la gelateria “Gelati Amabile”, che divenne presto nota in tutto il mandamento.
Il figlio, Del Missier Domenico, un gelataio perfettamente rasato, con baffetti e giacca bianca, sempre presente con il suo carretto di gelato a sagre e feste di paese, era atteso con trepidazione dai bimbi perchè distribuiva gratuitamente una pallina di gelato a tutti quelli che lo avessero aiutato a spingere in salita il fatidico carretto.
Il terremoto del 1976 distrusse tanti bar friulani e causò l’interruzione della distribuzione nel mandamento dei ricercati gelati confezionati “Sammontana” che nel frattempo erano diventati tanto in voga per l’epoca; venne così ripresa la sola produzione in loco dei prelibati gelati artigianali, che prosegui per altri 10 anni e che rese Clauzetto una tappa obbligata per i più golosi.
Oggi, per gustare un lodevole gelato artigianale, si deve scendere a fondo valle, a Spilimbergo, dove Stefano Venier rigira con passione golosi gusti di gelato in coni e coppette sin dall’età di 24 anni; insegna con passione il prezioso mestiere e sperimenta in ogni stagione gustose formule personali mescolando creme, aromi, latte e sciroppi.
Consolidate le basi del lavoro presso un gelatiere di Maniago (anch’egli un tempo emigrato in Germania), apre la sua prima attività a Roveredo in Piano, senza però abbandonare mai la formazione continua, a partire dalla Scuola Italiana Gelatieri di Perugia.
Nel 2002 sposta l’attività a Spilimbergo e si spende nella promozione di un gelato artigianale d’eccellenza, perfettamente palatabile.
Tecnologia e macchinari di valore, associati alla certosina ricerca di materie prime selezionate, insieme alla passione e alla curiosità per la sperimentazione, fanno della gelateria “Arte dolce” un luogo ideale dove scoprire sia la storia locale attraverso il gusto dolce, sia apprezzare un buon gelato dai sapori attualizzati.
Grazie alla sapiente sperimentazione dell’utilizzo di prodotti autoctoni e slow food, leccare questo gelato oltre che sperimentare puro piacere, consente anche un’esperienza conoscitiva del territorio.
Non troverete più il gusto “Puffo” dal colore blu, simbolo degli anni ’90 e nemmeno le opulente “Nafte” degli anni ’80 ricoperte di panna montata, indelebili ricordi del mio passato, ma sicuramente un gelato speciale, dal gusto genuino, sano e attento all’uso dei componenti, che osa proporsi sperimentando anche gusti con fiori e piante aromatiche della zona.
Per gli animi nostalgici, segnalo la presenza di Stefano a cavallo del suo carretto di gelato dallo stile retrò lungo le vie del paese, in concomitanza dei maggiori eventi pubblici della città.
Un incanto per gli occhi ed il palato di grandi e piccini: non resta che provare, per credere!
Where ad why to eat a good ice cream in Spilimbergo – Friuli
Most of the world recognises that ice-cream roots belong to Italy, but this foodstuff also has a special connection with Dolomite valleys and the neighbouring Friulian territory.
In fact, back in the 1800s, sharp-witted itinerant confectionery merchants, from Val Zoldana and Cadore area, had the extraordinary idea of spreading this delicious food across the mountains.
When poverty and lack of work plagued the small mountain areas, emigration mainly to Germany, Austria, Holland and Argentina was an inevitable consequence. Emigrants brought this know-how away with them to guarantee a source of sustenance. Ice-cream soon spread around Central and Northern Europe and prestigious Italian ice-cream parlours flourished in those countries too.
A narrow gorge, which bears the scars of history due to the Vajont disaster in 1963, joins western Friuli with Longarone and Cadore and from here many influences came to the neighbouring Val Cellina, Val Tramontina, Val Cosa and Val d’Arzino and helped to spread the skills of this trade and new job opportunities in Friuli.
The municipality of Clauzetto boasts no less than four ice-cream makers who made their fortune in Germany during the 1900s.
In 2016, at the age of 90, Francesco Luciano Fabrici, the last of these ice-cream makers from Clauzetto, died in Holland.
A woman, Amabile Del Tatto, born in Almadis-Castelnovo del Friuli and wife of a shoemaker, also showed initiative. In 1944, she started wholesaling heavy sacks of seeds in winter and in summer she opened ‘Gelati Amabile’ ice-cream shop, which soon became popular throughout the district.
Her son, Del Missier Domenico, a clean-shaven ice-cream man with a moustache and a white jacket, was always present with his ice-cream cart at village festivals and fairs, and was eagerly awaited by children because he used to give a free scoop of ice-cream to anyone who helped him pushing the fateful cart uphill.
In 1976 the earthquake destroyed many Friulian bars and caused the interruption of the distribution of the sought-after packaged ‘Sammontana’ ice-cream, which in the meantime had become so much in vogue at that time. Only the local production of delicious homemade ice-cream was resumed and continued for another ten years, and this made Clauzetto a must for the greediest eaters.
Today, if you want to enjoy a praiseworthy homemade ice-cream, you have to go down to the valley floor, to Spilimbergo, where Stefano Venier has been passionately filling up cones and cups with delicious ice-cream flavours since he was 24; he passionately teaches the precious craft and experiments with tasty personal formulas every season, mixing creams, flavourings, milk and syrups.
After consolidating the basis of his work in Maniago at an ice-cream parlour (the founder of which had also emigrated to Germany once), he started his first business in Roveredo in Piano, never abandoning his continuous training which had begun at the Italian School of Ice Cream in Perugia.
In 2002, he moved his business to Spilimbergo and devoted himself to the promotion of excellent artisan and perfectly palatable ice-cream.
High-quality technology and machinery, combined with a painstaking search for selected raw materials, together with a passion and curiosity for experimentation, make “Arte dolce” ice-cream parlour an ideal place to discover both the local history through the sweet taste and to appreciate a good ice-cream with updated flavours.
Thanks to the skilful experimentation of the use of local and slow food products, licking this ice-cream not only provides pure pleasure, but also a cognitive experience of the territory.
You will no longer find the blue-coloured “Smurf” flavour, symbol of the 1990s, nor the opulent “Nafte”, covered in whipped cream, of the 1980s, indelible memories of my past. However, you will certainly enjoy a special ice-cream, with a genuine, healthy taste, made with careful attention to the use of ingredients, which dares to propose flavours coming from flowers and aromatic plants from the area.
For nostalgic souls, I would like to point out that Stefano rides his retro-style ice-cream cart around town during special public events.
An enchantment for the eyes and palate of children and grown-ups: all you have to do is try it!
(Translated by Marta De Rosa)
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