Val d’Arzino, Val Cosa e Val Tramontina sono tre attigue vallate friulane comunicanti, solcate da omonimi torrenti e tra loro intrecciate da una fitta ragnatela di antichi sentieri, talvolta invasi da vegetazione, ma sempre percorribili e tabellati.

Nella maggior parte dei casi sono numerati e segnalati sulle mappe, sfalciati e mantenuti praticabili da volontari ed associazioni , anche se la lotta con la natura è spesso impari. 

Veduta di Almadis dal Borgo Rizzos -Castelnovo del Friuli (Pn)

Le persone amanti dello sport e della vita all’aria aperta con le loro frequentazioni hanno incentivato il mantenimento e la cura di questi percorsi, contribuendo a diffondere una cultura di vita sana e di promozione del territorio.

Storicamente sono stati viatico di fruttuosi scambi commerciali, comunicazioni vitali, transumanze di animali sulle malghe e, in generale, tante preziose storie di vita dei loro abitanti.

Borgo Rizzos – Fontana per l’approvvigionamento dell’acqua

Sul Colle Monaco nella frazione di Celante, in una delle tante borgate che compongono il Comune di Castelnovo del Friuli, svetta un’ antica chiesetta circondata dal bosco in un’oasi di pace; è intitolata a San Daniele, protettore dei boscaioli, pastori ed agricoltori.

Chiesa di S.Daniele -Colle Monaco di Castelnovo del Friuli

Durante l’VIII-IX secolo rappresentò un luogo strategico fortificato per il controllo della val Cosa e delle vie di comunicazione con il Tolmezzino e la Germania, ma della chiesa si ha memoria sin dal 1338; qui avevano sede le Confraternite di San Floriano e di San Valentino.

Con il terremoto del 1976 è andata distrutta, con la conseguente perdita anche del grande affresco di S.Cristoforo che ne decorava la facciata esterna, un santo molto venerato nel Medioevo e presente in oltre 100 chiesette o pievi disposte lungo il fiume Tagliamento che uniscono le tappe dell’omonimo Cammino.

Partendo dalla frazione di Almadis, in Val Cosa, raggiungo la chiesetta ripercorrendo l’ antica traccia, molto frequentata quando le automobili non erano ancora un bene comune e le fitte comunicazioni tra le borgate delle valli avvenivano, nonostante ciò, con frequenza quotidiana.

Val Cosa – Paludea di Castelnovo del Friuli (dietro l’abitato, il Colle Monaco con la chiesetta)

Di fronte al ponte sul torrente Cosa, dietro ad un piccolo parco giochi ed uno sparuto gruppo di case, una scalinata sul lieve pendio permette di immettersi direttamente sul sentiero; in mountain bike è utile partire pochi metri più a nord, ai piedi della cava di marmo, prima della frazione Mulinars di Clauzetto.

Con il ritmo lento dei passi affiorano anche le memorie di famiglia: un tempo, durante il mese di maggio, con le processioni delle Rogazioni, lungo questo percorso frotte di bambini a piedi, all’alba, prima di recarsi a scuola, si aggregavano man mano nel cammino sempre più numerosi, per presenziare al Catechismo. Il sacerdote per l’occasione non mancava di distribuire qualche leccornìa che in tempi di povertà era spesso un miraggio.

Anche oggi la festosa o triste melodia delle campane di Colle Monaco riecheggia lungo tutta la valle per comunicare con un preciso linguaggio musicale gli avvenimenti liturgici ed il senso di appartenza alla piccola Comunità: lo scampanottìo quotidiano, come cuore pulsante di vita, detta il perpetuo ritmo naturale del giorno e della notte.


A walk in the nature on “Colle Monaco” in Castelnovo del Friuli

Val d’Arzino, Val Cosa and Val Tramontina are three adjoining communicating valleys in Friuli. Streams of the same name flow through the valleys which are intertwined by a thick web of ancient paths, sometimes invaded by vegetation, but always walkable and marked out.

In most cases they are numbered and marked on maps, mowed and kept practicable by volunteers and associations, even if the fight with nature is often uneven. 

Frequentations of sport and outdoor life lovers have encouraged the maintenance and care of these paths, helping to spread a culture of healthy living and promotion of the territory.

Historically they have been a viaticum of fruitful trade, vital communications, transhumance of animals on the mountain pastures and, in general, many valuable life stories of their inhabitants.

An ancient little church surrounded by woods, in an oasis of peace, stands on Colle Monaco in Celante, one of the many hamlets that make up the Municipality of Castelnovo del Friuli. It is dedicated to San Daniele, protector of woodcutters, shepherds and farmers.

During the VIII-IX century it represented a fortified strategic place to control Cosa valley and the communication routes with Tolmezzino and Germany.   However, there is memory of the church dated to 1338.   The Confraternities of San Floriano and San Valentino had their seat here.

The earthquake of 1976 destroyed the church and caused the loss of the great fresco of St. Christopher that decorated the external façade.  This saint was venerated in the Middle Ages and can be found in over 100 churches or parishes along river Tagliamento, that join the stages of the homonymous Path

Leaving the hamlet of Almadis, in Val Cosa, I reach the small church by following the ancient route that was very popular when cars were not a common good yet and dense communication between the villages of the valleys took place, however, on a daily basis.

In front of the bridge over the Cosa stream, behind a small playground and a small group of houses, a stairway on the slight slope leads directly to the path. By mountain bike, it is recommended to start a few metres further north, at the foot of the marble quarry, before the hamlet of Mulinars di Clauzetto.

Family memories also emerge, as I walk, with the slow rhythm of my steps: once upon a time, in the month of May, during the Rogazioni processions, at dawn, crowds of children joined as they walked along this path to attend Catechism, before going to school.

The priest, for the occasion, did not fail to distribute a few lollipops, which in times of poverty were often a mirage.

Even today the festive or sad melody of the bells of Colle Monaco echoes throughout the valley to communicate, with a precise musical language, the liturgical events and the sense of belonging to the small community: the daily bell ringing, as the beating heart of life, marks the perpetual natural rhythm of day and night.

( English translation by Marta De Rosa )