Partendo dal principio che “ogni lasciata è persa” non ci penso due volte quando la mia amica Donatella mi propone di pedalare sulla ciclovia FVG1 “Alpe Adria” per attraversare il Friuli dalle Alpi al mare in un giorno.

La saggezza dovrebbe farmi riflettere sui dati di realtà, come chilometri, dislivello, ore, allenamento, età, ma l’entusiasmo prevale e decido di ascoltarlo, lasciando perdere le paure che inevitabilmente si frappongono a boicottare il progetto.

Come sempre il viaggio apre un varco nella comprensione di sé attraverso l’abbandono delle certezze e la curiosità spinge imperterrita verso l’ignoto.

Ho imparato che la vita si srotola uguale nel susseguirsi dei giorni ed è fondamentale lasciarsi infatuare dagli eventi e dagli incontri perchè sempre regalano soddisfazioni e stupore.

Da qualche parte del cuore una strana emozione mi avvisa che nulla avviene mai come me lo raffiguro e dunque la cosa migliore è partire. Poi, tutto si vedrà.

Fra noi due c’è l’intesa che pedaleremo a piacimento senza meta e tempi predefiniti, per godere in piena libertà del percorso, ma strada facendo sospetto che ci sia il tacito desiderio di entrambe di arrivare al mare.

Siamo due inguaribili amanti del viaggio, con qualunque mezzo si tratti di andare, perciò la componente competitiva non mi preoccupa: c’è condivisione sul valore del piacere che prevale sulla prestazione e ogni pedalatata racchiude il viaggio stesso.

Un comodo servizio ferroviario con trasporto bici Mi.Co.Tra corre parallelo alla ciclovia, dal confine austriaco sino a Udine e prosegue a Trieste; ciò mi rassicura qualora il pensiero debole dovesse prevalere.

Con le nostre bici saliamo sul treno a Gemona e scendiamo alla stazione ferroviaria “Tarvisio Belvedere”, prima del confine con l’Austria, per avviare finalmente i pedali e immetterci sulla Ciclovia FVG1 “Alpe Adria” che incomincia a Salisburgo.

Inforco la bici e la partenza strappa i pensieri della vita di ogni giorno. 

Una lieve pendenza lungo tutto il vecchio tratto ferroviario dismesso che si sviluppa tra boschi e gallerie a ridosso del fiume Fella, consente una pedalata sciolta con panorami bucolici.

Mi piace l’idea di correre su una direttrice che ha una storia e non è stata sepolta.

Siamo avvolte dalle selvagge e imponenti Alpi Giulie e la ciclabile serpeggia tra fittissime abetaie, torrenti impetuosi e prati ben falciati, attraverso un unico paesaggio alpino influenzato da tre Nazioni confinanti: Italia, Austria e Slovenia. 

Graziose aree di sosta dedicate ai bisogni dei ciclisti prendono vita al posto delle vecchie stazioni lungo i binari dismessi.

La segnaletica è chiara e le gallerie illuminate, anche se è consigliabile avere con sé una pila per ovviare ai tempi talvolta ritardati di accensione delle luci; ci chiediamo ironiche se non siamo noi troppo veloci a pedalare…

Una moltitudine di fontanelle lungo il percorso ciclabile assicura la necessaria idratazione.

Il medioevale borgo di Venzone, un tempo ultimo avamposto della Patria del Friuli e strategico luogo di sosta e pagamento dei dazi durante i fitti commerci con il nord-Europa, ci abbraccia con le sue mura interamente ricostruite per anastilosi dopo il terribile terremoto del 1976; dispiace solo che il lunedì è giorno di chiusura sia del negozio-laboratorio di saponi naturali “I profumi del bosco” che dell’agognata “Pasticceria d’altri tempi” dove la “barretta del ciclista” è un must-have.

L’incedere lento tra i paesaggi conosciuti di Gemona, Artegna, Buia, Leonacco suscitano un inconsueto stupore e senza pena, ma chiacchierando fittamente, ci immergiamo tra le coltivazioni di mais, vigne e sorgo diffuse nella pianura friulana. 

Ci perdiamo volutamente tra i campi seguendo l’orientamento cercando di evitare le strade sterrate: il bello consiste proprio nel vivere l’imprevisto e sperimentare il pensiero divergente rispetto alla certezza di un tracciato ben sicuro.

Rimango affascinata per la moltitudine di casali contadini e ville d’epoca che popolano la bassa pianura friulana e riscontro il proverbiale amore per i fiori ed i propri giardini espresso dagli abitanti. 

Giungere a mezzogiorno sotto il sole cocente nel borgo di Clauiano con le tipiche abitazioni in pietre e sasso e l’immancabile fontanella in piazza, rende bene la soporifera e faticosa vita contadina. 

Alcuni tratti di percorso sono sterrati, altri li percorriamo attraversando stradine deserte che intrecciano i tipici paesini friulani della campagna. 

Come tutte le ciclovie talvolta bisogna venire a patti con il traffico pesante con cui si condivide alcuni tratti, ma trattori, carri e mietitrebbie fanno parte della scenografia.

Nelle ore assolate del primo pomeriggio attraversiamo i bastioni per entrare nella città stellata di Palmanova, dove poche persone camminano all’ombra dei palazzi, suscitando il fascino di entrare in un silenzioso labirinto, dal quale ne usciamo con un rigenerante gelato da “Nonna Pallina”.

Imbocchiamo il suggestivo Sentiero degli Spalti che introduce alla piacevole ciclabile che ci porterà fino a Grado

Vengo catturata dal ritmo incessante della pala del mulino e dal lento fluire dell’acqua della roggia del fascinoso Castello di Strassoldo, poi i primi canali navigabili e i pescherecci ormeggiati nel centro città di Cervignano trasportano in un’ atmosfera marittima. 

Lo stupore immancabilmente si rinnova di fronte all’esplosione di colori e tessere che compongono il vasto pavimento musivo della Basilica di Aquileia e con la mia moderna biga ho il giusto ritmo per apprezzare l’antico Foro Romano. 

Giungere al tramonto nella magnifica laguna di Grado provoca inevitabili emozioni che automaticamente portano a rallentare l’andatura per gustare pienamente la soddisfazione di essere qui. 

Ascolto il rumore delle ruote che avanzano sulla strada. Respiro il profumo e la brezza del mare che accarezza il viso. Assaporo il senso del viaggio.

Dopo circa dieci ore dalla partenza, come al solito gli ultimi chilometri sono sempre i più lunghi, ma ormai è il viaggio complessivo che prevale e mi regala la gioia di un desiderio realizzato e di un giorno vissuto intensamente.

Distanza Km.167

Dislivello 522 m.

Tempo in movimento 7.30 ore

Velocità media 22,0 Km/h

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One day by bike along the FVG1 “Alpe Adria” cycle path from Tarvisio to Grado

Starting from the principle “use it or lose it” I don’t think twice when my friend Donatella proposes to take a ride on the FVG1 “Alpe Adria” cycle route to cross Friuli from the Alps to the sea in one day.

Wisdom should make me reflect on reality data, such as kilometres, difference in altitude, journey time, training, age, but enthusiasm prevails and I decide to listen to it, leaving aside the fears that inevitably stand in the way of boycotting the project.

As usual, the journey opens a passage in self-understanding through the abandonment of certainties and curiosity pushes me undaunted towards the unknown.

I have learnt that life unfolds in the same way day after day and it is fundamental to let oneself be infatuated by events and encounters because they always give satisfaction and amazement.

Somewhere in my heart a strange emotion warns me that nothing ever happens as I depict it and therefore the best thing is to leave. Then, we will see.

Between the two of us there is an understanding that we will pedal as we like without destination or set times, to enjoy the route in complete freedom. However, on the way I feel that there is the tacit desire of both of us to get to the sea in the day.

We are two incurable travel lovers, by whatever means we have to go, so the competitive element doesn’t worry me: we share the value of pleasure that prevails over performance and every pedal stroke encloses the journey itself.

A comfortable train service with Mi.Co.Tra bike transport runs parallel to the cycle route, from the Austrian border to Udine and goes on to Trieste. This reassures me should weak thought prevail.

We get on the train in Gemona with our bikes and get off at the railway station “Tarvisio Belvedere”, before the Austrian border, to finally start the ride and get on the FVG1 “Alpe Adria” Cycleway, which starts in Salzburg.

We get on our bikes and the departure takes away the thoughts of everyday life. 

A gentle slope along the old abandoned railway line, which runs through woods and tunnels close to the river Fella, allows a loose ride and offers bucolic views.

I like the idea of riding along a route that has a history and has not been buried.

We are surrounded by the wild and imposing Julian Alps and the bike path meanders through thick fir woods, rushing streams and well mown meadows, through a unique alpine landscape influenced by three neighbouring countries: Italy, Austria and Slovenia. 

Pretty rest areas dedicated to the needs of cyclists come to life in place of the old train stations along the disused tracks. The signs are clear and the tunnels illuminated, although it is recommended to have a torch in case the switching on of lights is delayed. We wonder ironically if we are not pedalling too fast.

A multitude of fountains along the cycle path ensures the hydration you need.

The medieval village of Venzone, once the last outpost of the Patria del Friuli and a strategic place to stop and pay duties during the busy trade with Northern Europe, involves us with its walls entirely rebuilt by anastylosis after the terrible earthquake of 1976. It is a pity that Monday is the closing day of both the natural soap shop-laboratory “I profumi del bosco” and the coveted “Pasticceria d’altri tempi” where a stop at the “bar of the cyclist” is a must.

The slow pace in the known landscapes of Gemona, Artegna, Buia, Leonacco arouses an unusual amazement and without shame, chatting thickly, we immerse plunge into the cultivation of corn, vineyards and sorghum widespread in the Friulian plain. 

We deliberately get lost among the fields minding the orientation and avoiding the dirt roads: the beauty consists in living the unexpected and experiencing the divergent thought compared to the certainty of a safe route.

I am fascinated by the multitude of farmhouses and period villas that populate the lower Friulian plain, and I can see the proverbial love for flowers and their gardens expressed by the inhabitants. 

The village of Clauiano with its typical stone houses and the unfailing little fountain in the square, unveils the sleepy and tiring peasant life. 

Some stretches of the route are unpaved, we follow others through deserted streets that interwine the typical Friulian villages of the countryside. 

Like all cycle routes, sometimes you have to come to terms with the heavy traffic with which you share some stretches. However, tractors, carts and harvesters are part of the scenery.

In the sunny hours of the early afternoon we cross the ramparts to enter the starry city of Palmanova, where few people walk in the shade of the buildings, arousing the fascination of entering a silent labyrinth, frowhich we come out with a regenerating ice cream from “Nonna Pallina“.

Let’s take the suggestive Sentiero degli Spalti (path) that leads to the pleasant cycle path that will lead us to Grado

I am captured by the incessant rhythm of the mill shovel and the slow flow of water from the irrigation ditch of the fascinating Strassoldo Castle. Then the first navigable canals and the fishing boats moored in the city centre of Cervignano take me to a maritime atmosphere. 

The astonishment invariably renews itself in front of the explosion of colours and tiles that make up the vast mosaic floor of the Basilica of Aquileia and with my modern “biga” I have the right rhythm to appreciate the ancient Roman Forum. 

Reaching the magnificent lagoon of Grado at sunset causes inevitable emotions that automatically lead to slow down the pace to fully enjoy the satisfaction of being here. I listen to the noise of the spinning wheels on the road. I breathe the scent and the sea breeze that caresses my face. I savour the sense of the journey.

After about ten hours from departure, as usual the last few kilometres are always the longest, but by now it is the overall journey that prevails and gives me the joy of a wish fulfilled and a day lived intensely.

Distance Km.167

Difference in altitude 522 m.

Journey time 7.30 hours

Average speed 22.0 Km/h 


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(Translation by Marta De Rosa)