Con la fantasia di può viaggiare ovunque, ma una mappa dei sentieri di Castelnovo del Friuli, capitata tra le mani, mi invoglia a vivere una nuova avventura.
L’annuale spettacolo del foliage che dipinge l’autunno di colori caldi è indubbiamente un buon motivo per inoltrarsi nel bosco e la necessità di rispettare il necessario distanziamento sociale per la pandemia in corso, fa il resto.
L’idea è quella di percorrere l’antica mulattiera frequentata con assiduità durante la vita di malga, di pascoli, di fienagione, di disboscamento, di alpeggio e di normale vita quotidiana, dalle genti dei Comuni di Castelnovo del Friuli, Pradis e Clauzetto, seguendo il periplo della forra del Cosa.
Tra questi borghi, sviluppati sui saliscendi di avvallamenti e colline, si possono percorrere molti sentieri: sono i “tròis” che collegano in modo capillare tra loro, malghe, stalle, latterie, case, scuole e chiese delle comunità.
Il selciato, la “clapadorie”, è costituito da pietre lavorate e posate a mano e spesso il tracciato è delimitato da un muretto di pietre incastrate “a secco”, senza malta, una vera opera d’arte povera del territorio.
Lasciata Paludea, si attraversa il torrente Cosa sul vecchio ponte in pietra che conduce alla sorgente d’acqua Tòf e al borgo di Almadis, sede della latteria turnaria rimasta aperta fino al 1976 e posta ad un trivio accanto ad un’ ancòna.
Rappresenta un luogo ricco di storia perchè oltre alla cospicua produzione di formaggio con il latte consegnato due volte al giorno dai tanti valligiani, era un luogo strategico per lo scambio d’ informazioni e l’incontro dell’anima gemella.
L’ ancòna identifica un luogo simbolico per questa Comunità, non solo per l’aspetto religioso, ma anche perchè il capitello ha impersonato il ruolo di “tana-libera tutti” nel gioco a nascondino di tante generazioni di bambini.
La salita al monte Cjaurlec incomincia in località Braida, con una breve strada forestale che termina alla stalla Tinìns, da cui parte un sentiero lastricato che, dopo qualche tornante, conduce al passo Col della Siera.
Prestando attenzione in alcuni punti si possono vedere i sassi del selciato segnati dai solchi delle slitte cariche di fieno o di legname che un tempo scendevano frequenti lungo questa direttrice e i macigni strategicamente scavati, chiamati “pòes”, che servivano per riposare durante il trasporto a spalla delle gerle cariche.
Dall’alto si apre la vista sul grande bacino d’acqua creato dalla diga artificiale del Tul ai piedi della grande incisione chiururgica inferta al terreno.
L’occhio cattura il bianco portale della chiesa di Clauzetto che spicca dirimpetto al di là della forra, con un’ inusuale immagine del “balcone del Friuli” seduto compatto in una conca, sotto la protezione del monte Pala.
Si sente forte la presenza del grande vuoto creato dentro la montagna che prende l’aspetto di una fauce aperta verso il cielo, ma rassicuranti faggete proteggono e distolgono il pensiero dall’orrido.
La natura in questa stagione dipinge una tavolozza di immagini calde ed ambrate e la luce del sole autunnale abbraccia amorevolmente il paesaggio che lentamente si addormenta; il suono delle foglie cadute, che scricchiolano al calpestìo, sembra un mantra che trasporta lontano e regala una velleità di tregua al balletto dei pensieri.
Risalito il colle di Cucul di Lunis si giunge a Gerchia; lungo il cammino si incontrano antichi ruderi di case e stalle, avvolti dalla vegetazione e dalla ragnatela del tempo, che narrano di fatica e di gente operosa che in questi luoghi di montagna ha vissuto dignitosamente.
Un ingranaggio arrugginito dimenticato nel bosco segnala la vicinanza della vecchia cava di marmo abbandonata di Pic, che rifornì materia prima ai tanti rinomati scalpellini della valle.
Basta un veloce sguardo alle prime case abitate, nei pressi delle Grotte di Pradis, per scorgere antichi portali e davanzali in pietra o le bellissime pile di pietra calcarea, pezzi unici dell’ artigianato locale, utilizzate oggi come contenitori per vasi fioriti.
In località Zuanes di Clauzetto, di fronte all’alloggio turistico Balins, seguendo le indicazioni del “Furlander Trail” si imbocca il sentiero che ridiscende a valle lungo il ciglio orografico sinistro del torrente.
Lo sguardo cattura un panorama mozzafiato: sotto i piedi un profondo canyon rimanda l’eco del suono delle cascate d’acqua tra i massi del torrente e libero all’orizzonte si infila lo specchio dell’intero bacino idrico, attorniato da una bizantina cornice di colline tinte dalla suggestiva stagione autunnale.
Sullo sfondo, sopra un colle, impera l’antica chiesetta di Colle Monaco, il cui suono delle campane, con il vento favorevole, giunge sin quassù.
La sorpresa di trovare una panchina in legno, rivolta al tramonto, conferma la necessità di fermarsi per metabolizzare le emozioni che si provano a raggiungere un luogo così selvaggio e incantevole.
Il percorso in discesa è impegnativo perchè il bosco, non più frequentato e sottoposto a ceduazione, immancabilmente inghiotte i tracciati dell’uomo ed è necessaria una buona capacità d’orientamento in tratti privi d’indicazioni.
Si incontrano diverse postazioni di caccia e trappole con il sale per caprioli e cinghiali, e una stalla ristrutturata, baciata dal sole e attorniata da un uliveto, posta sottovento, su una radura fuori dal bosco, invita alla sosta per apprezzare la spettacolare veduta che si apre sulla valle.
Prima di toccare l’asfalto, il borgo di Raunìa, con le consuete case in legno e pietra che accoglie la bella palestra di roccia tanto frequentata negli anni della giovinezza, rassicura che la meta è ormai vicina.
Il ristorante “Ai Mulinars” , vicino Almadis, posto all’imbocco della salita che conduce a Clauzetto è sempre un’ottima scelta se si vuol concludere la giornata “in gloria”.
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Tempo in movimento h 5,30
Distanza km 20
Dislivello 742 m.
Carta Topografica Tabacco n.028 “Val Tramontina-Val Cosa-Val D’Arzino”
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Mappa del luogo
Walking into the wild to the discovery of the Cosa canyon
You can travel everywhere with your fantasy. However, a map of the paths of Castelnovo del Friuli has fallen into my hands and entices me to live a new adventure.
The annual foliage show, that paints autumn in warm colours, is undoubtedly a good reason to enter the woods and the need to respect social distancing because of the current pandemic does the rest.
The idea is to walk along the ancient path, which is assiduously frequented during the life of malga, pastures, haymaking, deforestation and normal daily life, by the inhabitants of the municipalities of Castelnovo del Friuli, Pradis and Clauzetto, following the route of the Cosa ravine.
Among these villages, developed on the ups and downs of hollows and hills, you can walk along many paths: they are known as the “tròis” and they connect, in a capillary way, malghe, stables, dairies, houses, schools and churches.
The pavement, “clapadorie”, is made of stones worked and laid by hand and the path is often bordered by a small dry stone wall, a real work of art of this territory.
Leaving Paludea, we cross the Cosa torrent on the old stone bridge that leads to the Tòf water source and to the village of Almadis, seat of the turnaria dairy, which was operational until 1976 and is located at a trivio next to an ancòna.
It represents a place rich in history because, besides the conspicuous production of cheese with milk that was delivered twice a day by the many valley dwellers, it was a strategic place to exchange information and meeting of the soul mate.
Also the àncona is a symbolic place for this community not only for a religious reason, in fact it played the role of “tana-libera tutti” in the hide-and-seek game of many generations of children.
The ascent to Mount Cjaurlec begins at Braida, where a short forest road leads to the Tinìns stable, from where a paved path starts and after a few hairpins it leads to the Col della Siera pass.
If you pay attention, in some places, you can see the pavement stones marked by the furrows of sledges, loaded with hay or wood, that once frequently descended along this route. You can also spot the strategically dug out boulders, known as “pòes”, which were used to rest during the transportation of loaded panniers on the back.
From above, a view opens out over the large water basin created by the artificial Tul dam at the foot of a large chirurgical incision in the ground.
The eye captures the white portal of the church of Clauzetto that stands out across the gorge, with an unusual image of the “balcony of Friuli” sitting compactly in a hollow, under the protection of Mount Pala.
You can feel the strong presence of a great void created inside the mountain which takes on the appearance of a jaw open towards the sky, but reassuring beech woods protect and divert your thoughts from the ravine.
In this season nature paints a palette of warm, amber-shedes images and the autumn sunlight lovingly embraces the landscape as it slowly falls asleep. The sound of fallen leaves creaking at trampling, seems like a mantra that transports us far away and gives the ballet of thoughts a respite.
Climbing up the hill of Ciucul di Lunis we reach Gerchia. Along the way we meet ancient ruins of houses and stables, surrounded by vegetation and the cobweb of time that tell of hardship and industrious people who lived with dignity in these mountain places.
A rusty gear, forgotten in the woods, signals the proximity of the old abandoned marble quarry of Pic, which supplied raw material to the many renowned stonemasons of the valley.
A quick glance at the first inhabited houses, near Pradis Caves, is enough to catch a glimpse of ancient stone portals and sills or beautiful limestone piles, unique pieces of local craftsmanship, which are often used as containers for flower vases.
In Zuanes, in front of the Balins tourist accommodation, following the signs to “Furlander Trail” you take the path that descends to the valley along the left orographic edge of the stream.
The view captures a breathtaking panorama: beneath your feet a deep canyon echoes the sound of waterfalls among the boulders of the torrent and free on the horizon you can see the mirror of the entire reservoir, surrounded by a Byzantine frame of hills tinged with the suggestive autumn season.
In the background, above a hill, the ancient little church of Colle Monaco reigns and the sound of its bells, with favourable wind, reaches up to here.
The surprise of finding a wooden bench, facing the sunset, confirms the need to stop to metabolize the emotions that you feel when you reach such a wild and enchanting place.
The downhill route is demanding because the forest, no longer frequented and subjected to subsidence, invariably engulfs man’s tracks. Around here a good ability to orientate in stretches without directions is necessary.
You will come across several hunting posts and traps with salt for roe deer and wild boars. A renovated stable, kissed by the sun and surrounded by an olive grove, located downwind, on a clearing outside the forest, invites you to stop to appreciate the spectacular view that opens onto the valley.
Before reaching paved roads, the village of Raunìa, characterized by wooden and stone houses and which houses the beautiful rock climbing gym with bolted routes, so popular in the years of youth, reassures you that the destination is now near.
The restaurant “Ai Mulinàrs”, near Almadis, located at the beginning of the slope that leads to Clauzetto, is definitely an excellent choice if you want to end the day “In Gloria”.
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Time on the move: h 5,30
Distance: 20 km
Height difference: 742 m
Topographic Tobacco Map n.028 “Val Tramontina-Val Cosa-Val D’Arzino”
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28/11/2020 alle 6:31 pm
Cara Marina, ci fai un grande piacere con le tue informazione sul Friuli Venezia Giulia. Mi viene la malinconia! Speriamo di vedersi l’anno prossimo. Cari saluti alla mamma e tutta la famiglia. Mirella e famiglia bene, Esther, Paula ed il Thomas anche bene ma troppo lontani. Cari saluti a tutti, Henk ed ilda
Verstuurd vanaf mijn iPad
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28/11/2020 alle 9:46 pm
Grazie Ilda, anche viaggiare con la mente ci fa sentire più vicino. Un abbraccio!